In collaborazione con alcuni giovani, negli ultimi mesi abbiamo realizzato il nostro "ABC dell'alcol".  Durante questo progetto educativo sono stati intervistati educatori, psicologi e medici, tutti dipendenti dell'associazione HANDS, che nel loro lavoro affrontano quotidianamente il tema dell'alcol. Con grande impegno i giovani sono riusciti a elaborare le domande lettera per lettera e ,naturalmente, i ragazzi hanno anche potuto porre le proprie domande sul tema alcol e dipendenza da alcol. Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato.

Questo progetto è stato realizzato con i nostri ragazzi in entrambe le lingue, italiano e tedesco. La pubblicazione inizia con una lettera scelta a caso e, di volta in volta (all'incirca ogni settimana) se ne aggiunge un'altra fino a completare "l'ABC dell'alcol".

 

 

M come  MCV – Marcatore

Che cos’è il marcatore MCV?

Ci sono diversi modi per capire se una persona ha una problematica correlata all’alcol, uno di questi è l’analisi del sangue. Il biomarcatore MCV è uno dei dati clinici che, se associato ad altri dati che emergono dalle analisi del sangue, ci può dare un’indicazione se ci sia o meno una problematica alcol correlata. MCV è l’acronimo per Volume Globulare Medio, che significa che i nostri globuli rossi hanno una dimensione media. Nel caso di una persona con problemi di alcol questo volume aumenta, anche detta macrocitosi. Quindi quando sappiamo che il volume dei globuli rossi è aumentato, assieme all’aumento di altri indicatori abbiamo una chiara indicazione clinica di un probabile disturbo alcol correlato. Dopo circa una settimana di astinenza questa macrocitosi inizia gradualmente a diminuire e i globuli rossi tornano alle dimensioni normali dopo circa 120 giorni di astinenza.

(Stefania Sepp, psicologa e psicoterapista di formazione costruttivista, lavora in Hands da circa 10 anni. Oltre ai pazienti più “classici” del servizio si occupa anche di persone con problematiche relative al gioco d’azzardo.)

 

 

Q come Quarantena

I giorni delle rigide restrizioni Covid sono finiti, ma la domanda ci preoccupa ancora: È aumentato il consumo di alcol durante la pandemia?

"Sì, non lo dicono soltanto i numeri e i dati ma ce lo dicono soprattutto i nostri utenti, con le loro storie, le loro difficoltà e soprattutto le loro ricadute. Va detto che durante la quarantena abbiamo notato una diminuzione delle ricadute, probabilmente dovuto al fatto che i bar erano chiusi e che non ci si poteva spostare. Dall’altro lato durante questo periodo tutti gli operatori hanno lavorato per costruire una fitta rete di contatti telefonici con i nostri utenti. In particolare per dare sostegno morale e risposte dal punto di vista pratico alle persone più fragili.

Dopo la quarantena abbiamo visto un’impennata nelle ricadute. Quest è facilmente comprensibile, l’ansia, la noia, la solitudine, il distanziamento sociale e per tanti anche la perdita del lavoro. Infatti, le cooperative sociali in cui alcuni pazienti erano inseriti hanno dovuto chiudere in alcuni settori. Tutti questi elementi hanno contribuito a far aumentare il numero di ricadute."

(Eliana Ferri, Assistente sociale di Hands dal 1993. L’esperienza in Hands inizia in comunità terapeutica, dopo circa 10 anni si trasferisce presso l’ambulatorio di via Duca d’Aosta. Il suo lavoro si sviluppa con persone con problemi legati ad alcol, farmaci e gioco d’azzardo che presentano difficoltà sociali rilevanti. Attraverso la co-costruzione di percorsi di cambiamento sostiene le persone nel superamento del bisogno legato a tematiche lavorative, abitative economiche e giudiziarie.)

 

 

 

 F come forme del consumo

"L’alcol viene consumato per via orale attraverso l’assunzione di bevande alcoliche, frutto della fermentazione di cereali e frutta, come ad esempio vino e birra. L’alcol di per sé è un conservante e quindi è ritrovabile anche in prodotti come il pane da toast. Un altro alimento che risulta analcolico ma contiene alcol è l’aceto di vino, poiché ha una gradazione inferiore ad 1,3%."

Un ex alcolista può bere una birra analcolica? Rischia una ricaduta?: "Questo è sicuramente un tema dibattuto, in passato si tendeva a dire che assolutamente non si poteva consumare nessun alimento contenente alcol, come ad esempio alcune torte fatte con il liquore. L’idea sottostante era che potesse suscitare craving. Chiaramente questo è molto soggettivo. Piuttosto dovremmo chiederci come mai una persona che ha avuto problemi di alcol desideri bere una birra analcolica?!"

(Giulia Zanvettor, psicologa psicoterapeuta con formazione sistemico-famigliare. Approccio che si interessa particolarmente alle relazioni fra le persone e al loro rapporto con l’ambiente più che all’aspetto intrapsichico dell’individuo. Lavora con Hands dal 2019 e dal 2020 coordina le attività della sede di Merano. Svolge anche consulenze a singoli, coppie e famiglie in convenzione con il Ser.D. di Merano. Sono diversi i progetti attivi, a partire da 3 gruppi, uno in lingua italiana, uno in lingua tedesca e uno per i familiari e gli amici delle persone con problematiche alcol-correlate. Progetti territoriali (Pai), ovvero accompagnamento territoriali, che coinvolgono anche due educatori. L’accompagnamento si articola su tre aree, abitativo, tempo libero e del lavoro. È anche presente un appartamento, in cui alloggiano due persone.)

 

 

U come Urine (test)

A cosa servono i test delle urine?: “I test delle urine nel nostro campo sono importanti per poter fare un monitoraggio sull’uso e l’abuso di alcol e di sostanze.”

Quali sostane vengono controllate?: “Nel nostro lavoro principalmente l’alcol. C’è poi un test a parte per i diversi tipi di sostanze legali e illegali. Illegali come la marijuana, cocaina, morfina, oppioidi e derivati. Questi test rilevano anche i farmaci come le benzodiazepine e gli antidepressivi.”

(Francesca Mora, infermiera professionale. Lavora in Hands dal 2018 e i test urine sono uno dei diversi compiti svolti dalle infermiere nell’Ambulatorio Hands.)

 

 

W come Wunsch/ desiderio (Craving)

Randi: "La parola Craving può essere tradotta letteralmente in voglia o desiderio portato all’estremo. Se ci colleghiamo all’ambito delle dipendenze il Craving è il desiderio irrefrenabile di assumere una sostanza, come ad esempio l’alcool. Se la persona non soddisfa questo desiderio può stare male, sia a livello fisico sia a livello psicologico. Trattando di dipendenze non ci si limita alle sostanze ma si può anche parlare di dipendenze da un comportamento. Anche in questo caso le persone possono sperimentare il Craving, che quindi non è più legato all’assunzione di una sostanza ma più che altro al mettere in atto un comportamento. Ad esempio, una persona che soffre di gioco d’azzardo patologico può provare il craving e quindi avere il desiderio irrefrenabile di fare una scommessa o comprare un gratta e vinci. Questo desiderio viene influenzato da fattori esterni che possono essere chiamati “trigger” e sono solitamente legati ai luoghi e ai rituali relativi all’assunzione della sostanza o al mettere in atto un comportamento. Quindi per esempio, per una persona alcoldipendente entrare nel bar dove di solito va a bere scatena, o appunto “triggera”, l’aspettativa della sensazione che ha quando consuma. Quindi entrando nel luogo dove solitamente beve si scatena nella persona il desiderio di provare la sensazione gratificante che sperimenta quando beve. Se non riesce a soddisfare questo desiderio può stare male a livello sia fisico sia psicologico."

(Federico Randi, educatore socio-pedagogico in HANDS dal 2020. Inizialmente educatore presso il centro diurno si è trasferito presso l’Ambulatorio HANDS nel 2022. Qua si occupa sia dell’area adulti sia dell’area Young, ha quindi la possibilità di lavorare con un ampio spettro di persone e di situazioni, dall’alcoldipendenza al disturbo da gioco su Internet e dai 12 anni in su.)