In collaborazione con alcuni giovani, negli ultimi mesi abbiamo realizzato il nostro "ABC dell'alcol".  Durante questo progetto educativo sono stati intervistati educatori, psicologi e medici, tutti dipendenti dell'associazione HANDS, che nel loro lavoro affrontano quotidianamente il tema dell'alcol. Con grande impegno i giovani sono riusciti a elaborare le domande lettera per lettera e ,naturalmente, i ragazzi hanno anche potuto porre le proprie domande sul tema alcol e dipendenza da alcol. Desideriamo ringraziare tutti coloro che hanno partecipato.

Questo progetto è stato realizzato con i nostri ragazzi in entrambe le lingue, italiano e tedesco. La pubblicazione inizia con una lettera scelta a caso e, di volta in volta (all'incirca ogni settimana) se ne aggiunge un'altra fino a completare "l'ABC dell'alcol".

 

T come Tolleranza

La quantità media d’assunzione di alcool è strettamente variabile in base al soggetto. Esistono diversi fattori di tolleranza. Primo fattore di tolleranza è la predisposizione genetica. Essa può essere legata non solo a singoli soggetti, ma anche ad intere popolazioni.

Ulteriore fattore risulta l’abitudine a bere, in grado di stimolare nell’organismo di soggetti regolari consumatori una maggiore produzione di enzimi in grado di attaccare e distruggere l’alcool più velocemente.
Altrettanto importante è la situazione di consumo. Assumere bevande alcoliche in concomitanza con i pasti, quindi a stomaco pieno, comporta un aumento dei tempi di metabolizzazione dell’alcool che viene assimilato gradualmente e, soprattutto, mantenendo una bassa concentrazione nel sangue.

La tolleranza all’alcol e il comportamento di ricerca compulsiva di bevande alcoliche caratterizzano la dipendenza da alcool.

La tolleranza e l’assuefazione si sviluppano rapidamente, ciò significa che una persona, per raggiungere un determinato effetto desiderato, è costretto a bere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche. La tolleranza è causata da cambiamenti adattivi delle cellule del sistema nervoso centrale. Tuttavia, la tolleranza all’etanolo è incompleta e con quantità sufficientemente elevate si può verificare una considerevole intossicazione e compromissione. La tolleranza si accompagna sempre alla dipendenza fisica e l’interruzione brusca dell’assunzione di alcol causa sindrome di astinenza.

(Dott.ssa Alessia Corazza, psicologa psicoterapeuta cognitivo-comportamentale. Membro dell’equipe Young Hands da gennaio 2023. Ha collaborato con l’Ambulatorio specialistico per la salute psicosociale dell’età evolutiva e ha lavorato in un centro di riabilitazione psichiatrica.)

 

 

K come Kcal (chilocalorie)

I cocktail sono spesso mescolati con panna, succhi di frutta o bevande analcoliche molto zuccherate, come ad esempio la Pina Colada. In termini di contenuto calorico, queste bevande spesso sostituiscono un piccolo pasto: un solo bicchiere di Pina Colada o Mai Tai arrivano facilmente a contenere 250 chilocalorie. È l'equivalente di un piccolo hamburger, e raramente ci si ferma ad un bicchiere. Visto l’alto contenuto calorico e di zuccheri i diabetici devono prestare molta attenzione agli effetti dell'alcol, non solo per il contenuto alcolico. Infatti, anche solo un livello di alcol nel sangue pari allo 0,45% interrompe il rilascio di zuccheri da parte del fegato. Questo scompenso può portare in qualche ora all'ipoglicemia. Di seguito troverete una breve panoramica, ciascuna calcolata per 100 ml.

  1. Birra (birra normale con circa 5% di contenuto alcolico): 40-50 chilocalorie
  2. Vino (con circa 12% di contenuto alcolico): 80-90 chilocalorie
  3. Vodka (liscia, con circa 40% di contenuto alcolico): 220-250 chilocalorie
  4. Whisky (liscio, con circa 40% di contenuto alcolico): 250-280 chilocalorie
  5. Liquore (varia dal tipo e dal contenuto di zuccheri): 250-400 chilocalorie, o addirittura di più

Per dare un confronto, un piatto di 100g di pasta cruda (una volta cotta, diventano quasi 200g) in bianco fornisce circa 360 chilocalorie.

(Jimmy Paja, educatore professionale socio-pedagogico. Da 3 anni coordinatore della Politermica Impresa Sociale che si occupa di reinserimento socio-lavorativo. Prima di entrare in Politermica, ha lavorato nel mondo penitenziario (misure alternative alla detenzione) nonché in altre realtà legate al reinserimento socio lavorativo.)

 

 

C come CDT (Marcatore)

Quali sono le principali informazioni sul marcatore CDT?

La CDT è un marcatore biologico che viene utilizzato in modo sempre più diffuso da ormai trent’anni. Il motivo di quest’utilizzo è abbastanza semplice, l’etanolo infatti viene facilmente trasformato ed eliminato dall’organismo e quindi non rimane a lungo nei fluidi biologici. Quindi un prelievo per verificare direttamente l’alcolemia nel sangue non risulta efficacie, a meno che non venga eseguita entro un’ora circa dall’abuso. Esistono diversi indicatori che vengono alterati nel tempo da un abuso di alcol, tuttavia in modo variabile e non strettamente specifico per l’alcol. CDT significa transferrina carboidrato carente (dall’inglese carbohydrate deficient transferrin), la transferrina è una molecola molto importante nell’organismo perché si occupa di trasportare il ferro nel sangue. Questa molecola può avere diverse forme nell’organismo umano, fino a sei.

Attraverso studi approfonditi si è visto che attraverso l’uso e l’abuso di alcol si modifica questa molecola. Dunque le forme della CDT sono degli indicatori precisi e, soprattutto, specifici per l’uso e l’abuso alcolico. Queste non vengono utilizzate tanto nella forma acuta, per cui si usano altri indicatori, ma piuttosto è interessante osservarne i cambiamenti nella prima e nella seconda fase del percorso riabilitativo. Con l’astinenza e la riduzione del consumo alcolico si assisterà ad una riduzione dei valori della CDT. Quindi è un indicatore molto valido dell’andamento del percorso riabilitativo.

La CDT è anche molto utilizzata in ambito medico-legale, ad esempio nel caso di un ritiro della patente, in cui viene usata per effettuare valutazioni per la commissione.

(Dr. Paolo de Lutti, medico psicoterapeuta. Membro dell’equipe di Hands da oltre vent’anni. Ha lavorato presso l’ospedale di Arco occupandosi di riabilitazione per persone con problemi di dipendenza. Negli anni si è formato anche nella conduzione di gruppi di aiuto per persone con una dipendenza da alcol. Come medico all’interno dell’ambulatorio Hands si occupa anche dell’approccio di disintossicazione da alcool con farmaci specifici.)

 

 

A come Alcol

L’alcol è considerato una droga?

L’alcol è considerato una droga ma in realtà oggi parlare di droghe è un po’ obsoleto. Il termine droga ha una forte connotazione moralistica, in realtà si parla di sostanze psicotrope. Ovvero tutte quelle sostanze che smuovono la mente e che inducono un altro sentire, un altro percepire. Sicuramente l’alcol è una sostanza che smuove il sentire e il percepire e modifica il comportamento delle persone che lo assumono e infatti fa parte di questa classe di sostanze.

Quanto è alto il rischio di una dipendenza da alcol?

Dipende, ci sono persone più o meno vulnerabili alla dipendenza. Chi presenta una storia di vulnerabilità di tipo sociale, ad esempio chi vive in un contesto di marginalità sociale; o chi ha ad esempio una familiarità con l’alcolismo, quindi una vulnerabilità biologica, a cui si possono aggiungere delle ferite emotive passate o dei traumi, quindi una vulnerabilità psicologica è sicuramente molto più a rischio di qualcuno che abbia solo una di queste tre vulnerabilità. Il rischio dipende sicuramente dalla storia delle persone.

(Elisa Ravalli, psicoterapeuta, lavora in Hands da circa 6 anni e da 4 coordina il Centro Diurno HANDS.)

 

Cos’è il Centro Diurno?

E’ un centro di accoglienza diurna per persone maggiorenni che hanno da molto delle problematiche legate all’abuso e alle dipendenze. Queste persone possono anche avere delle patologie psichiatriche come disturbi dell’umore, depressione e disturbo bipolare ma anche patologie più legate all’esame di realtà, come la schizofrenia. Questo è un centro diurno che si basa su un’idea innovativa nel settore, ovvero accogliere persone che non riescono ad essere astinenti e che quindi non accedono a nessun altro tipo di servizio diurno perché non riescono ad arrivare con le urine pulito o con un’alcolemia 0,00 g/l.

Al centro diurno vengono accolti e lavoriamo con loro sulla motivazione durante il percorso senza chiederla a priori. Durante il giorno proponiamo varie attività, creative, motorie e ricreative. L’obbiettivo di queste attività, e in generale del centro diurno, non è la guarigione ma piuttosto un miglioramento della qualità della vita e un aumento della motivazione interna della persona a fare qualcosa di buono per se stesso.

 

 

D come Disturbi neurologici

Il consumo di alcool interferisce con le vie di comunicazione cerebrali e può compromettere il funzionamento del cervello. Queste interferenze possono cambiare l'umore e il comportamento, rendere più difficile ragionare lucidamente e alterare la coordinazione.

Inoltre consumare alcol durante l’adolescenza ed in genere prima dei 25 anni può portare a disturbi neurologici in età adulta. Anche se il numero di neuroni è già definitivamente stabilito sin dall’infanzia, il sistema nervoso continua a presentare un fenomeno definito “plasticità neuronale” (produzione o eliminazione di sinapsi e mielinizzazione) che viene inibito dal consumo di etanolo. Il consumo abituale di etanolo ha, quindi, effetti tossici diretti con perdita di neuroni, in particolare quando avviene in giovane età, determinando alterazioni cognitive nell’età adulta e di conseguenza determinando una riduzione della qualità di vita.

Inoltre un uso ripetuto di alcol può danneggiare il Sistema Nervoso Centrale e Periferico e dare:

Neuropatia Periferica che si manifesta con Formicolio, Intorpidimento e perdita di sensibilità tattile e dolorifica, Fitte di dolore, Bruciore, Mancato controllo dell'equilibrio e della coordinazione.

Atrofia cerebrale che determina un deterioramento cognitivo fino ad esitare in demenza.

Modificazioni degenerative del cervelletto con disturbi motori

Con un consumo cronico di alcol si può avere la sindrome di Wernicke-Korsakoff che è una forma insolita di amnesia che abbina due disturbi: uno stato confusionale acuto (encefalopatia di Wernicke) e un tipo di amnesia a lungo termine, chiamata sindrome di Korsakoff.

L’ encefalopatia di Wernicke causa perdita di equilibrio, deambulazione barcollante, problemi di movimento degli occhi, confusione e sonnolenza.

La sindrome di Korsakoff può causare inizialmente una grave perdita di memoria per gli eventi recenti. I ricordi degli eventi passati più distanti sembrano meno compromessi. Le persone possono quindi interagire socialmente e conversare in modo coerente sebbene non ricordino ciò che è avvenuto nei giorni o perfino nei minuti precedenti. Tendono a inventare (confabulare) piuttosto che ad ammettere di non poter ricordare. Dal momento che non riescono a ricordare le cose che hanno fatto di recente, potrebbero, ad esempio, non stancarsi mai di leggere e rileggere la loro rivista preferita.

(Lucia Canzian, dottoressa, medico; lavora in Hands/ Ambulatorio da circa 3 anni)

 

 

M come  MCV – Marcatore

Che cos’è il marcatore MCV?

Ci sono diversi modi per capire se una persona ha una problematica correlata all’alcol, uno di questi è l’analisi del sangue. Il biomarcatore MCV è uno dei dati clinici che, se associato ad altri dati che emergono dalle analisi del sangue, ci può dare un’indicazione se ci sia o meno una problematica alcol correlata. MCV è l’acronimo per Volume Globulare Medio, che significa che i nostri globuli rossi hanno una dimensione media. Nel caso di una persona con problemi di alcol questo volume aumenta, anche detta macrocitosi. Quindi quando sappiamo che il volume dei globuli rossi è aumentato, assieme all’aumento di altri indicatori abbiamo una chiara indicazione clinica di un probabile disturbo alcol correlato. Dopo circa una settimana di astinenza questa macrocitosi inizia gradualmente a diminuire e i globuli rossi tornano alle dimensioni normali dopo circa 120 giorni di astinenza.

(Stefania Sepp, psicologa e psicoterapista di formazione costruttivista, lavora in Hands da circa 10 anni. Oltre ai pazienti più “classici” del servizio si occupa anche di persone con problematiche relative al gioco d’azzardo.)

 

 

Q come Quarantena

I giorni delle rigide restrizioni Covid sono finiti, ma la domanda ci preoccupa ancora: È aumentato il consumo di alcol durante la pandemia?

"Sì, non lo dicono soltanto i numeri e i dati ma ce lo dicono soprattutto i nostri utenti, con le loro storie, le loro difficoltà e soprattutto le loro ricadute. Va detto che durante la quarantena abbiamo notato una diminuzione delle ricadute, probabilmente dovuto al fatto che i bar erano chiusi e che non ci si poteva spostare. Dall’altro lato durante questo periodo tutti gli operatori hanno lavorato per costruire una fitta rete di contatti telefonici con i nostri utenti. In particolare per dare sostegno morale e risposte dal punto di vista pratico alle persone più fragili.

Dopo la quarantena abbiamo visto un’impennata nelle ricadute. Quest è facilmente comprensibile, l’ansia, la noia, la solitudine, il distanziamento sociale e per tanti anche la perdita del lavoro. Infatti, le cooperative sociali in cui alcuni pazienti erano inseriti hanno dovuto chiudere in alcuni settori. Tutti questi elementi hanno contribuito a far aumentare il numero di ricadute."

(Eliana Ferri, Assistente sociale di Hands dal 1993. L’esperienza in Hands inizia in comunità terapeutica, dopo circa 10 anni si trasferisce presso l’ambulatorio di via Duca d’Aosta. Il suo lavoro si sviluppa con persone con problemi legati ad alcol, farmaci e gioco d’azzardo che presentano difficoltà sociali rilevanti. Attraverso la co-costruzione di percorsi di cambiamento sostiene le persone nel superamento del bisogno legato a tematiche lavorative, abitative economiche e giudiziarie.)

 

 

 

 F come forme del consumo

"L’alcol viene consumato per via orale attraverso l’assunzione di bevande alcoliche, frutto della fermentazione di cereali e frutta, come ad esempio vino e birra. L’alcol di per sé è un conservante e quindi è ritrovabile anche in prodotti come il pane da toast. Un altro alimento che risulta analcolico ma contiene alcol è l’aceto di vino, poiché ha una gradazione inferiore ad 1,3%."

Un ex alcolista può bere una birra analcolica? Rischia una ricaduta?: "Questo è sicuramente un tema dibattuto, in passato si tendeva a dire che assolutamente non si poteva consumare nessun alimento contenente alcol, come ad esempio alcune torte fatte con il liquore. L’idea sottostante era che potesse suscitare craving. Chiaramente questo è molto soggettivo. Piuttosto dovremmo chiederci come mai una persona che ha avuto problemi di alcol desideri bere una birra analcolica?!"

(Giulia Zanvettor, psicologa psicoterapeuta con formazione sistemico-famigliare. Approccio che si interessa particolarmente alle relazioni fra le persone e al loro rapporto con l’ambiente più che all’aspetto intrapsichico dell’individuo. Lavora con Hands dal 2019 e dal 2020 coordina le attività della sede di Merano. Svolge anche consulenze a singoli, coppie e famiglie in convenzione con il Ser.D. di Merano. Sono diversi i progetti attivi, a partire da 3 gruppi, uno in lingua italiana, uno in lingua tedesca e uno per i familiari e gli amici delle persone con problematiche alcol-correlate. Progetti territoriali (Pai), ovvero accompagnamento territoriali, che coinvolgono anche due educatori. L’accompagnamento si articola su tre aree, abitativo, tempo libero e del lavoro. È anche presente un appartamento, in cui alloggiano due persone.)

 

 

U come Urine (test)

A cosa servono i test delle urine?: “I test delle urine nel nostro campo sono importanti per poter fare un monitoraggio sull’uso e l’abuso di alcol e di sostanze.”

Quali sostane vengono controllate?: “Nel nostro lavoro principalmente l’alcol. C’è poi un test a parte per i diversi tipi di sostanze legali e illegali. Illegali come la marijuana, cocaina, morfina, oppioidi e derivati. Questi test rilevano anche i farmaci come le benzodiazepine e gli antidepressivi.”

(Francesca Mora, infermiera professionale. Lavora in Hands dal 2018 e i test urine sono uno dei diversi compiti svolti dalle infermiere nell’Ambulatorio Hands.)

 

 

W come Wunsch/ desiderio (Craving)

Randi: "La parola Craving può essere tradotta letteralmente in voglia o desiderio portato all’estremo. Se ci colleghiamo all’ambito delle dipendenze il Craving è il desiderio irrefrenabile di assumere una sostanza, come ad esempio l’alcool. Se la persona non soddisfa questo desiderio può stare male, sia a livello fisico sia a livello psicologico. Trattando di dipendenze non ci si limita alle sostanze ma si può anche parlare di dipendenze da un comportamento. Anche in questo caso le persone possono sperimentare il Craving, che quindi non è più legato all’assunzione di una sostanza ma più che altro al mettere in atto un comportamento. Ad esempio, una persona che soffre di gioco d’azzardo patologico può provare il craving e quindi avere il desiderio irrefrenabile di fare una scommessa o comprare un gratta e vinci. Questo desiderio viene influenzato da fattori esterni che possono essere chiamati “trigger” e sono solitamente legati ai luoghi e ai rituali relativi all’assunzione della sostanza o al mettere in atto un comportamento. Quindi per esempio, per una persona alcoldipendente entrare nel bar dove di solito va a bere scatena, o appunto “triggera”, l’aspettativa della sensazione che ha quando consuma. Quindi entrando nel luogo dove solitamente beve si scatena nella persona il desiderio di provare la sensazione gratificante che sperimenta quando beve. Se non riesce a soddisfare questo desiderio può stare male a livello sia fisico sia psicologico."

(Federico Randi, educatore socio-pedagogico in HANDS dal 2020. Inizialmente educatore presso il centro diurno si è trasferito presso l’Ambulatorio HANDS nel 2022. Qua si occupa sia dell’area adulti sia dell’area Young, ha quindi la possibilità di lavorare con un ampio spettro di persone e di situazioni, dall’alcoldipendenza al disturbo da gioco su Internet e dai 12 anni in su.)